INTRODUZIONE:
Uno degli scopi principali di questo saggio è quello di presentare e delineare la figura di Beethoven volgendo l’attenzione agli eventi più significativi verificatisi nel corso della sua vita e alle varie sfaccettature della sua indole. Ciò che colpisce è come un’unica personalità possa essere così variegata e fondere insieme vari aspetti, come l’artista innovatore e anticonformista che rifugge dagli schemi fissi vigenti all’epoca, l’uomo misantropo e polemico dalle reazioni eccessive, ma allo stesso tempo dall’animo profondamente sensibile e sofferente a causa della sordità che incombe su di lui, infine, ed è forse ciò che più sorprende, l’uomo coraggioso ed “eroico” pronto a sfidare e ad affrontare il destino avverso come ha più volte asserito nelle sue lettere (“Afferrerò il fato per la gola, non riuscirà certo a piegarmi e a schiacciarmi completamente..”). Non a caso Haydn dirà, verso il 1793, rivolgendosi a Beethoven: “Voi mi avete dato l’impressione di essere un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime”. Profilare in questo modo il carattere del compositore è stato possibile grazie ad una vasta e preziosa documentazione, testi vari e agli epistolari che ci rendono partecipi dei suoi giorni, delle sue molte sofferenze e delle sue poche gioie.
Altro scopo del saggio è quello di analizzare, sia dal punto di vista storico che formale, uno dei capolavori di Beethoven che ha segnato l’inizio di una svolta nel suo stile compositivo: il Concerto per Pianoforte e Orchestra op.37 n.3. Il lavoro è diviso in tre capitoli, ciascuno dei quali è suddiviso in paragrafi. Il Primo Capitolo si incentra sulla nascita ed evoluzione del Concerto partendo dalle prime forme strumentali per giungere al Concerto Classico. Basato strutturalmente sulla forma-sonata (descritta nel corso del capitolo), il Concerto classico sarà definito compiutamente da Mozart e rinnovato in maniera evidente da Beethoven. Del compositore di Bonn si parlerà nel secondo capitolo, in cui vi è una prima parte dedicata alla biografia e alla personalità dell’artista ed una seconda parte incentrata sulle sue composizioni e sull’evoluzione stilistica che si osserva in esse. L’attenzione dell’ultimo paragrafo del capitolo è focalizzata sui concerti per pianoforte e orchestra, capolavori per eccellenza, e sulle differenze strutturali e caratteriali che si evidenziano rispetto ai suoi predecessori (soprattutto Haydn e Mozart). Di ogni concerto si fornisce un accenno, in quanto lo scopo principale è quello di soffermarsi sul Terzo, meglio descritto nel terzo capitolo. Quest’ultimo è diviso in due parti: la prima è dedicata alla storia di questo Concerto, al periodo in cui è stato composto, alla motivazione della dedica e ai patimenti subìti a causa della sordità che contemporaneamente lo affliggeva (sofferenze tradotte in musica nella drammatica tonalità di do minore); la seconda parte, invece, fornisce un’analisi formale di ciascuno dei tre movimenti mettendo in evidenza gli schemi utilizzati, singoli episodi e passaggi, nonché il carattere dei temi che hanno a contribuito a fare di quest’opera uno dei più grandi prodotti del genio beethoveniano.